Archivio | marzo, 2009

Leggero

28 Mar

 

 

 

Ci son macchine nascoste e, però, nascoste male
e le vedi dondolare al ritmo di chi è li dentro
per potersi consolare
godendo sui clacson.
Fra i fantasmi di Elvis ci son nuvole in certe camere
e meno ombrelli di quel che pensi.
Lo sapete cos’ha in testa il mago Walter
quando il trucco gli riesce non pensa più a niente?
E i ragazzi son in giro
certo alcuni sono in sala giochi
e l’odore dei fossi forse lo riconoscono in pochi.
E le senti le vene
piene di ciò che sei
e ti attacchi alla vita che hai
Leggero, nel vestito migliore, senza andata né ritorno, senza destinazione.
Leggero, nel vestito migliore, nella testa un po’ di sole ed in bocca una
canzone.
Dove passerà la banda, col suo suono fuori moda
col suo suono un giorno un po’ pesante
un giorno invece troppo leggero?
mentre Key si sbatte perché le urla la vena
pensi che sei fortunato:
ti è mancato proprio solo un pelo
e ti vedi con una che fa il tuo stesso giro
e ti senti il diritto di sentirti leggero

c’è qualcuno che urla per un addio al celibato
per una botta di vita con una troia affittata.
E le senti le vene
piene di ciò che sei
e ti attacchi alla vita che hai.
Leggero, nel vestito migliore, senza andata né ritorno senza destinazione.
Leggero, nel vestito migliore, sulla testa un po’ di sole ed in bocca una
canzone.

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dedicata a chi mi ha teso la mano sollevandomi dal baratro,
a quegli occhi di ghiaccio che hanno dentro il fuoco
a te che quando canti questa canzone mi restituisci la vita,
ricordandomi che esiste ancora la serenità
e che il mondo può essere leggero
come una passeggiata tra le nuvole

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il gioco

21 Mar

I tuoi occhi, li sento, leggeri sui miei fianchi che si muovono al ritmo di una musica conosciuta. Li sento ma non li vedo. Non ho bisogno di voltarmi, so che sei lì alle mie spalle. E non avrei bisogno neanche di braccia che mi cingono la vita, ma arrivano. Faccio finta di niente, continuo a modulare la mia voce sulle note di quella canzone che parla d’amore, ma non è amore, è un gioco.

Labbra leggere si fanno strada tra la scapola e il collo scostando i capelli freschi di shampoo. Ma io non mi muovo. non dico si, non dico no. E’ sempre, solo, un gioco.

Il gioco della seduzione, epilogo di uno scambio prolungato di sguardi irriverenti, la prova di un repertorio che funziona ancora, nonostante i mesi passati in un forziere blindato. Nonostante io abbia lasciato che dolore e delusione raffreddasero i miei sensi, quell’ansia della caccia tipica dell’essere umano.

Adesso sono un gatto avido, mi muovo solo per catturare occhi, la mia vanità ha sete e tu sei li pronto a dissetarla mischiando alcool e provocazione. Ma è un gioco e lo resterà, non potrai avvicinarti più di quanto io ti lascerò fare, il mio territorio è un campo delimitato, puoi osservarne il panorama ma non coglierne i fiori.

Non smettere però, è divertente, dispensare facce buffe, espressioni stupite, una presunta innocenza che ha occhi di donna…e desideri…e profumi… e forme di donna.

la musica si perde ed è quasi l’alba, sarà un gioco a puntate. per oggi basta.

 

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spunto n.1

18 Mar

 

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è da stolti aprire il proprio cuore a chi non sa ascoltarne le parole

IL BACIO

16 Mar

“io…io lo odio….”

Avevo pronunciato quelle parole senza voce, in un sibilo. La forma di quel pensiero era così chiara, forte e radicata in me da essersi materializzata in suono senza che io me ne rendessi nemmeno conto. Non volevo dire altro. Non volevo parlare.

Graziano ti prego non chiedermi nulla. Non dire niente. Tienimi solo stretta. Continua a farlo.

Ma lui fece molto di più posando le sue labbra sulle mie.

Quel contatto era stato una scossa inattesa, mi aveva riportato alla realtà. Una realtà stupita e inaspettata. Dalle finestre dei miei occhi sgranati potevo distinguere capillari pulsanti sulle sue palpebre sottili che nascondevano al mio sguardo le sue iridi sincere e i pensieri che le attraversavano.

A poco a poco quel bacio asciutto, quel semplice unirsi di due bocche amiche mi stava restituendo calore. Non c’era passione o desiderio in quel gesto ma solo l’evidente volontà di restituirmi la sicurezza perduta. Un modo intimo e muto per dirmi io sono qui. Un segno che forse sarebbe arrivato lì dove le parole avevano fallito: al mio cuore.

Il suo respiro così vicino, quasi dentro di me mi parlava in silenzio. Le sue braccia, strette ancora di più intorno al mio corpo, erano una barriera impenetrabile a chiunque e qualsiasi cosa, da fuori, fosse arrivata a portarmi dolore. Peccato che il male, che tanto mi affliggeva, non fosse fuori ma dentro di me. Un vorace buco nero che a tratti si riapriva divorandomi dall’interno.

“io….voglio tornare a casa…”

Le sue labbra non avevano vinto su quel momento di amarezza. L’unica cosa che desideravo era ritornare al mio nido. Chiudere così il cerchio di una vita di fallimenti e prendermi qualche giorno per risollevarmi da quello stato di cose doloroso. A quel punto sarei stata pronta per ricominciare, per essere la nuova Laura, la fenice….o almeno era quello che speravo.

male che fa male

15 Mar

stasera volevo farmi male.

un viaggio nel passato più doloroso, nelle parole più false.

perchè il male è come il fuoco…purifica e alla fine rende forti.

ho trovato molto più di quello che cercavo.

ho riscoperto pensieri che avevo dimenticato e persone che credevo altrove.

ora ho gli occhi umidi e il respiro strozzato.

sto peggio di prima ma almeno mi accorgo che tutto ha un senso

lontannaze, perdite, addii, vaffanculo e tutto il resto

è giusto così

fa male ma è una forma di rispetto verso me stessa che non posso negarmi

il dolore è nulla in confronto alla falsità più pungente.

e con questo nodo nel cuore andrò a dormire…

ZEN

4 Mar

Oggi non è più primavera, ma il grigio di questo cielo non può più entrare in me. Dopo mesi passati a vagare alla ricerca di me stessa, finalmente mi ritrovo in equilibrio sulla mia vita. Il mio baricentro ha trovato la sua collocazione ed io sono di nuovo Laura. Mi vedo nella mia vita, nelle mie cose, nei miei desideri che stavolta parlano di me senza dipendere più da altro. Cammino salda per la mia strada senza più rischiare che basti una parola, un gesto, un pensiero a buttarmi giù e affogare tra le lacrime.

Ieri la persona che amavo mi ha comunicato tramite sms, per non dover assumersi il coraggio delle parole, che per lui sono stata solo male e i due anni passati insieme sono niente, polvere, roba da cancellare. Qualche giorno fa per una dichiarzione del genere sarei morta di dolore. Oggi no. Oggi so chi sono. Oggi la sua gratuita cattiveria non mi ferisce più. Lui che con le sue torture emotive e i suoi giochetti psicologici era riuscito a trasformarmi nell’ombra di me stessa, un essere amorfo e senza più volontà, una maschera inespressiva e senza sorriso. Avevo iniziato ad ammalarmi e odiarmi per quella fragilità che non mi apparteneva, mentre lui, tranquillo e contento, poteva vedermi così sconfitta e pensare, per un attimo, che le sue debolezze fossero anche mie.

Ma non è così…il tempo darà ragione ai forti. A quelli che lo sono davvero e non a chi, per mancanza di carattere, sa farsi forza solo nella distruzione e nella mancanza di rispetto.

Zen_by_Grimbones

natura

2 Mar

quest’anno il freddo è stato davvero troppo…fuori e dentro

io che fino a qualche anno fa non conoscevo la lana quest’anno ho tremato e, come tutti, ho preso l’influenza

la mia vita e il mio corpo hanno sofferto, mi sono rinchiusa nel mio nido per non star male…

adesso però le cose stanno cambiando…

intorno a me i primi accenni di primavera e i raggi deboli di questo sole di marzo iniziano a sciogliere il gelo.

non so di preciso cosa stia succedendo dentro me, se sia la rassegnazione o la consapevolezza che non poteva andare diversamente, ma oggi mi sento diversa

e la natura capisce…

dopo mesi di gelo oggi ho visto volare una farfalla…battiti leggeri tra boccioli incerti…e più la guardavo più mi riempivo di speranza nel vederla così libera e così ansiosa di percorrere il mondo.

voglio essere anche io così…

sono una fenice, ho le ali, voglio volare…

Butterfly_by_Xenocentric